6/12/2007 – Storia infinita quella della Villa Romana di Piazza Armerina. Dopo aver superato tutti gli ostacoli burocratici e politici, quando sembrava che linizio dei lavori di sistemazione dellesterno fossero ormai imminenti tutto pare complicarsi. Gli enti preposti al controllo e allo svolgimento dei lavori , provincia , sopraintendenza ai beni culturali, comune di Piazza Armerina, alto commissariato alla Villa, regione siciliana, invece di ricercare un certo coordinamento necessario a portare avanti velocemente i lavori iniziano a litigare tra loro.
Questo dimostra i limiti di una legislazione poco chiara in materia di restauri archeologici che innesca un sistema perverso in cui ruoli e funzioni risultano spesso sovrapposti. Così succede che ciò che va bene per uno non va bene per laltro in una gioco di ripicche e vendette che finiranno , alla fine, per danneggiare la delicata fase operativa.
Materia del contendere, ancora una volta, la strada provinciale che conduce al sito archeologico e i commercianti che vi stazionano con le loro bancarelle di souvenir. La provincia vorrebbe creare un percorso alternativo per permettere larrivo dei mezzi pesanti necessari al trasporto dei materiali alla Villa così da non rimuovere le bancarelle, la soprintendenza ai beni culturali non autorizza i lavori del percorso alternativo perché è contraria a questa soluzione e ha da sempre mal sopportato la presenza della bancarelle. I giorni nel frattempo passano.
Il Sindaco di Piazza Armerina , Maurizio Prestifilippo, alcuni mesi fa viene invitato dalla soprintendenza a provvedere alla spostamento dei commercianti pena la mancata autorizzazione allinizio dei lavori di restauro e poco dopo viene duramente richiamato dal consiglio provinciale che censura il suo comportamento allunanimità. Ieri Il presidente delle provincia ha rilasciato una dichiarazione che accusa la soprintendenza di
impedire linizio dei lavori.
Questa situazione confusa ha due effetti: il primo di ritardare linizio del restauro, il secondo di innescare un meccanismo in base al quale se dovesse verificarsi lipotesi di un blocco generale del progetto sarebbe difficile trovare un responsabile poiché ognuno addebiterebbe la colpa a qualcun altro.