12/7/2007 – La patente a punti si sta rivelando un grande fallimento. La diminuzione deglincidenti mortali è più imputabile alla maggiore sicurezza deglautoveicoli e al miglioramento della rete stradale che agleffetti della sanzione. La conferma viene dal fatto che da alcuni anni muoiono meno persone per incidenti automobilistici, rispettando una tendenza che si era già notata prima dellentrata in vigore della patente a punti.
Una tendenza che potrebbe trovare una maggiore conferma se si prendesse coscienza della necessità di dover agire non tanto sul piano della dissuasione ma su quello della prevenzione e della preparazione alla guida. La sicurezza di un veicolo dipende molto dalle capacità di guida di chi lo conduce e , su questo aspetto, poco o nulla si fa in Italia. Le autoscuole propongono corsi di guida basati più sulla teoria che sulla pratica, con il risultato che tutti sanno come funziona un pistone o cosè un giunto ma pochi conoscono i comportamenti da tenere in caso di una strada bagnata o come recuperare lassetto di un veicolo in caso di sbandata.
Credere che la velocità sia la prima causa deglincidenti automobilistici senza aggiungere che molto dipende da chi conduce il mezzo di trasporto, significa ignorare parte del problema e creare una legislazione che non va nella direzione voluta ma produce solo pastoie burocratiche, costi per i cittadini e pochi risultati concreti.
Da rivedere è la preparazione alla guida, aggiornando i programmi dei corsi delle autoscuole da dove non si può pretendere che escano piloti di formula 1, ma neanche che il sapiente uso del freno a mano, quando si posteggia, sia lelemento principale per la valutazione dei futuri guidatori.