Enna. Si fa sempre più difficile lattività della Facoltà di Medicina e Professioni sanitarie rumena Dunarea de Jos, istituita in città in partnerariato con la Fondazione Proserpina ( ora Fondo Proserpina) cui Amministratore delegato è lex senatore Vladimiro Crisafulli. La Guardia di Finanza di Enna, titolare dellindagine, comandata dal colonnello Giuseppe Licari, su mandato del procuratore della Repubblica dott. Calogero Ferrotti ha, infatti, posto sotto sequestro i locali dell Umberto I dove si stavano svolgendo i corsi di lingua rumena propedeutici ai test dingresso alle lezioni. La citata Fondazione Proserpina – recita il comunicato stampa della GdF – per lavvio dei corsi di laurea, avrebbe stipulato tra laltro, un Protocollo dintesa per il funzionamento in Enna di corsi di laurea in chirurgia e medicina e delle professioni sanitarie, siglato con lASP nel 2014.
Dalle indagini sono emerse tre ipotesi di reato di cui due, concorso in abuso dufficio e invasione di terreni o edifici, a carico dellAmministratore delegato Vladimiro Crisafulli, dellex commissario dellAsp Giuseppe Termine, dellattuale manager della stessa Asp Giovanna Fidelio e del direttore sanitario Emanuele Cassarà. I quattro soggetti anzidetti sono stati pertanto iscritti nel registro degli indagati della Procura della repubblica di Enna. La terza ipotesi di reato è a carico di ignoti ( quindi ci potrebbe essere un quinto o più indagati) e si riferisce alla scomparsa delloriginale dellatto con cui la Proserpina e lAsp avrebbero siglato la convenzione relativa alla cessione dei locali ( in comodato duso?). Il terzo reato si riferirebbe appunto al presunto occultamento di tale atto. La Fondazione Proserpina, avrebbe, inoltre agito senza avere il riconoscimento giuridico e per questo motivo illegittimamente.
Ma cosa ha portato a questo epilogo? Vediamolo. Giá un mese fa il Miur aveva diffidato la Fondazione Proserpina dallattivare i corsi, ma, lUniversità Rumena, aveva chiarito che il Miur non poteva avere alcuna ingerenza sullistituzione dei corsi e lattività della Facoltà è andata avanti nellattivazione dei corsi stessi, ignorando la diffida del Ministro Giannini. Ma il Ministero ha insistito, e, nei giorni passati ha inviato una missiva al prefetto di Enna Fernando Guida, invitandolo ad attivare gli organi preposti, ovvero la Magistratura e lAvvocatura dello Stato affinché, ciascuno per le proprie competenze verificasse, la prima, se fossero stati commessi reati nelliter istitutivo della Facoltà e la seconda, attraverso lAvvocatura distrettuale che si sta attivando presso il Tribunale di Enna per verificare la liceità dei corsi dellAteneo Rumeno.
Lultima parola sarà quindi del giudice. Va aggiunto che si sono pubblicamente ribellati anche i rettori delle tre Università siciliane, Palermo, Catania e Messina, i quali hanno chiesto perentoriamente la chiusura dellestensione in aula remota della Facoltà di Medicina e Professioni sanitarie dellAteneo di Galati. Per ultimo si è aggiunta lAsp, il cui direttore generale Giovanna Fidelio, dopo aver chiesto un parere a Palermo, ha ritenuto opportuno sfrattare lUniversità dai locali dellOspedale, dove attualmente si stanno svolgendo le lezioni.
Ma nè Crisafulli nè i dirigenti dellAteneo Rumeno si sono lasciati impressionare dal fuoco incrociato che giungeva loro da più parti lasciando intravedere una probabile speculazione politica nei confronti del Barone rosso. E così, nei giorni scorsi il rettore della Dunarea de Jos è uscito con un documento ufficiale nel quale addirittura accusava il quotidiano La Repubblica, edizione di Palermo, dì falsità in un articolo e ribadiva la bontà giuridica dei corsi ennesi. I rumeni, quindi intendono ricorrere a livello europeo ed è probabile anche che si verifichi un incidente diplomatico fra Romania ed Italia. Crisafulli, dal canto suo si è detto tranquillo, ed egli stesso ha portato il carteggio relativo alliter burocratico sullistituzione della Facoltà, alla Procura della Repubblica. Per quanto riguarda la lettera del Miur al prefetto Guida, lex parlamentare ha dichiarato allAnsa che gli fa piacere che il prefetto indaghi in quanto lUniversità non ha nulla da temere. In merito alloccupazione del locali Asp, infine, Crisafulli aveva fatto sapere che non intende lasciarli, poiché cè, in merito, una convenzione del 2014 e per questo è pronto ad affrontare un contenzioso. Ma come ha appurato la GdF di questa convenzione non vi sarebbe traccia. In merito a questultima vicenda dellapposizione dei sigilli da parte della GdF, imperturbabile Crisafulli, che avrebbe detto: Se il problema sono i locali ne troveremo subito degli altri.
Mario Antonio Pagaria