3/8/2008 –
Le origini della festa dell’8 Marzo risalgono al lontano 1908, quando, le operaie dell’industria tessile Cotton protestarono chiedendo migliori condizioni di lavoro. Lo sciopero durò alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte dell’opificio impedendo alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne. In Italia la festa ha unorigine più recente che risale all8 marzo del 1945, quando un gruppo di donne rappresentanti venti nazioni si riunì a Londra per redigere la carta della donna nella quale si chiedeva il diritto al lavoro, la parità salariale, la possibilità di partecipare alla vita politica nazionale e internazionale e di poter accedere a posti direttivi. E così Il 2 giugno del 1946 per la prima volta nella storia, la donna italiana partecipò in maniera attiva al governo del Paese, contribuendo con il proprio voto alla nascita della Repubblica. Oggi in molti paesi delloccidente la donna è libera dai vincoli sociali religiosi, ma è innegabile che ancora sia lindividuo più soggetto a molestie, costrizioni e ricatti sia nel mondo del lavoro, sia in famiglia, sia semplicemente per la strada. .
Purtroppo il cammino è ancora lungo e complesso, basti pensare che in molti paesi guidati da regimi integralisti il ruolo della donna è di totale sudditanza alluomo tanto che ancora oggi, in queste nazioni, non può istruirsi, non può svolgere alcun lavoro e molte di queste non hanno nemmeno più voce per gridare quanto triste sia la propria condizione. E inammissibile che ancora oggi alle donne vengano inflitte mutilazioni, le si obblighi ad utilizzare il burka , che le si renda schiave, ma è un cammino che deve proseguire con grande tenacia, affinché la donna possa, nella società e nella famiglia, rivestire un ruolo paritario e non essere considerata un oggetto. Credo debba essere questo l8 marzo: un giorno di riflessione sulla condizione di sfruttamento e umiliazione che, purtroppo, ancora oggi la donna subisce soprattutto in medio oriente.
Debora Buttiglieri